Essere l’erede di un immobile non implica automaticamente, come potremmo erroneamente pensare, diventarne il legittimo proprietario.
Ci sono alcune procedure da seguire per acquisire legalmente e in modo incontestabile la proprietà dei beni immobili ereditati, dovremmo occuparci di adempimenti sia burocratici che fiscali. Vediamo nell’articolo quali sono questi adempimenti e cosa fare quando si riceve un immobile in eredità.
Accettazione dell’eredità
Il primo passo riguarda l’accettazione dell’eredità che deve avvenire entro 10 anni dalla morte del de cuius. Esistono tre tipi di accettazione dell’eredità:
Accettazione espressa: prevede l’intervento di un notaio o la redazione di una scrittura privata.
Tacita: non prevede alcuna comunicazione, né scritta né verbale, ma l’erede manifesta con i propri comportamenti la volontà di accettare l’eredità.
Con beneficio d’inventario: si ricorre a questa tipologia quando l’erede ha il “sospetto” che ci siano più debiti che beni da ereditare e permette di tenere separati il patrimonio del defunto e quello dell’erede. In questo modo eventuali debiti del defunto dovranno essere pagati con il patrimonio dello stesso e non verrà intaccato quello dell’erede. Può essere solo espressa e viene effettuata con dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale. Per la dichiarazione di accettazione d’eredità con beneficio d’inventario ci si deve rivolgere alla cancelleria del tribunale civile del luogo dove la persona deceduta aveva il domicilio oppure ci si può rivolgere anche ad un notaio che trasmetterà poi l’atto al tribunale e che ne curerà la trascrizione all’Ufficio del Territorio. Obbligatoria quando l’erede è un minore.
A rigor di legge, la trascrizione dell’accettazione dell’eredità non è obbligatoria, ma è fortemente consigliata. Gli eredi di un bene immobile devono trascrivere l’accettazione dell’eredità presso l’Ufficio dei registri immobiliari competente per il territorio (precedentemente noto come Conservatoria, ora parte dell’Agenzia delle Entrate) come richiesto dalla legge.
Dichiarazione di successione
Una volta eseguita l’accettazione ereditaria si passa alla dichiarazione di successione la quale deve essere fatta entro 12 mesi dal decesso del de cuius. Un erede diventa infatti ufficialmente proprietario di un immobile ereditato quando viene presentata la dichiarazione di successione presso l’agenzia delle entrate
Nella dichiarazione di successione, inoltre, va indicato il valore dei beni ereditati, che nel caso di beni immobili viene definito come “valore catastale”. A sua volta, il valore catastale è il risultato della rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per dei coefficienti che variano in base alla categoria catastale.
Non sempre però si è obbligati a presentare la dichiarazione di successione: in tutti quei casi in cui avviene il passaggio per “linea diretta” (ovvero figlio che eredita da genitore defunto o moglie che riceve lascito dal marito dipartito), l’eredità non supera i 100mila di euro di valore e non comprende beni immobili, allora non occorre presentare la dichiarazione di successione.
Una volta effettuata la dichiarazione di successione, entro 30 giorni occorre presentare la voltura catastale, pratica che in buona sostanza serve a “rendere noto” al Catasto il nuovo proprietario dell’immobile.
Questo documento ha scopi prevalentemente fiscali in quanto servirà agli impiegati del fisco a calcolare la tassa di successione.
Tasse di successione
E siamo quindi giunti al punto che ci interessa più da vicino ovvero le tasse di successione e a quanto ammontano. Al di là di tutte quelle che sono le spese accessorie che vedremo un po’ più avanti, possiamo riassumere che le tasse di successione variano a seconda del grado di parentela fra de cuius ed erede:
4% con franchigia pari a 1.000.000 di euro per figli e coniuge;
6% con franchigia pari a 100.000 euro per fratelli e sorelle;
6% senza franchigia, per nipoti, zii, cugini di primo grado, cognati e suoceri;
8% senza franchigia, per tutti gli altri soggetti (fra cui rientra anche il convivente).
Trasferimento di proprietà
Una volta pagate le imposte di successione, è possibile procedere con il trasferimento effettivo della proprietà dell’immobile agli eredi. Questo avviene tramite un atto notarile vero e proprio chiamato “atto di trasferimento ereditario” o “atto di voltura ereditaria”. Il notaio redigerà l’atto e successivamente dovrà essere registrato presso l’Ufficio dei registri immobiliari.
Gestione dell’immobile ereditato
A questo punto si è davvero proprietari dell’immobile ereditato e si ha il diritto di godere e di disporre del bene. Possiamo decidere di locare, vendere o abitare come prima casa la nostra proprietà.
Siamo a vostra completa disposizione per aiutarvi a valutare quale sia la strada migliore da percorrere con il vostro immobile ereditato se volete renderlo fonte di reddito o se volete valutarlo per venderlo.
Chiamaci allo 0583997201 o vieni a trovarci in ufficio. Ti aspettiamo!