Le protagoniste assolute saranno la domotica e eco-sostenibilità
La casa del futuro sarà sicuramente una casa intelligente! Con i nuovi sistemi di domotica potremo monitorare completamente la nostra casa da remoto. L’IoT, acronimo di Internet of Things (che fa riferimento a tutti quegli oggetti che possono essere connessi ad Internet) potremo comandare facilmente dal nostro smart- phone la nostra casa. Già oggi abbiamo iniziato ad utilizzare l’intelligenza artificiale per facilitare la nostro quotidianità a casa e sicuramente con il passare degli anni la domotica sarà la normalità: inizieremo a monitorare la temperatura interna della nostra casa, accendere o spengere le luci, attivare l’irrigazione in giardino, aprire o chiudere le porte ecc. L’intelligenza artificiale, quindi, sarà senz’ altro da patrona in questo scenario futuro e la differenza starà proprio nella facilità dell’utilizzo e nella sua accessibilità.
Non mancherà poi uno occhio di riguardo al fattore ecologico. In molti hanno già iniziato ad utilizzare i pannelli fotovoltaici i quali convertono le radiazioni solari in energia elettrica, senza l’utilizzo di alcun combustibile e quindi senza emissioni di anidride carbonica. Da questo si passerà a costruire le nostre case con materiali eco sostenibili: verranno utilizzati prevalentemente il cemento cellulare e la silice che vantano delle straordinarie capacità isolanti e che permetteranno alla casa di autoregolarsi, ottimizzando il dispendio energetico e producendo da sola l’energia necessaria per elettrodomestici, luci e così via.
Parola d’ordine: Benessere
Il concetto di benessere sarà sempre più presente nella nostra vita all’interno della casa: inizieremo a pensare di più a ritagliarci degli spazi green più o meno grandi sia all’esterno ma anche all’interno dei centri cittadini. La nuova tendenza alla Biofila sarà un elemento sempre più presente nell’ interior design delle nostre case che oltre ad essere un elemento di arredo particolare e nuovo sarà anche un alleato per la nostra salute. Anche la luminosità degli spazi sta diventando un fattore importante. Si tende già oggi, e con passare del tempo ancora di più, a progettare le stanze con molte finestre, portefinestre e in particolare la zona living con la modalità open-space proprio per creare un ambiente più luminoso.
Domotica, benessere, eco-sostenibilità saranno gli elementi cardine per la visione futura della nostre case!
E tu come immagini la tua casa fra 20 o 30 anni?
Con questo articolo speriamo di essere riusciti a farti immaginare, anche in piccola parte, come potranno essere le abitazioni.
Se vuoi dirci la tua contattaci sulla nostra mail o direttamente al nostro ufficio.
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]]>Secondo quanto riportato dallo studio di una delle principali associazioni italiane degli agenti immobiliari, per una casa di circa 90 mq con cantina e garage, posizionata in condominio e dotata di riscaldamento autonomo, ubicata in una zona di medio pregio, la spesa annua che deve affrontare il proprietario per l’intera gestione si avvicina quasi a 3.000 €.
Questo costo è da suddividersi in IMU, TARI, spese fisse delle utenze e spese condominiali oltre alle inevitabili piccole manutenzioni.
L’IMU media per un appartamento come descritto sopra si aggira intorno a 1200€ – 1300 € , somma che viene abbattuta del 25% se l’immobile è locato con contratto a canone concordato.
La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chi detiene l’immobile quindi dal conduttore.
Anche le spese delle utenze saranno a carico dell’inquilino se l’appartamento viene concesso in affitto per lunghi periodi.
Nel caso l’immobile affittato sia parte di un condominio, la suddivisione delle spese segue le stesse regole: la manutenzione straordinaria spetta al proprietario, la manutenzione ordinaria all’inquilino. Va poi considerato che se l’abitazione rimane sfitta anche le spese condominiali ordinarie peseranno sul portafoglio del proprietario e faranno cumulo sulle tutte le altre spese fisse.
Nonostante i costi sopracitati, nel nostro paese è molto elevato il numero delle case vuote, si parla addirittura di cifre che superano i due milioni. Questi numeri sono cresciuti negli ultimi anni, dovuti alla mancanza di fiducia nei confronti di inquilini che possono risultare morosi o rovinare l’immobile e che non garantiscono un investimento proficuo.
Negli articoli del nostro blog troverai come scegliere un buon inquilino e quali garanzie richiedere per rendere la tua seconda casa una fonte di guadagno e non una spesa fissa.
Se hai qualche dubbio e vuoi una consulenza da parte della nostra agenzia che opera in questo settore da 20 anni chiamaci allo 0583997201, risponderemo a tutte le tue domande.
]]>Alla morte del de cuius si apre la suddetta successione dove però troviamo subito davanti a noi un grande bivio: successione legale o successione con testamento!
Nella successione legale si seguiranno le indicazioni fatte dalla legge in quanto non è presente il testamento quindi verranno interpellati i parenti più stretti del de cuius.
Un’pò differente è la situazione della successione con testamento dove i beneficiari denominati appunto “chiamati“ vengono interpellati per aprire il testamento . Tuttavia coloro che sono indicati nel testamento del patrimonio ereditario non lo acquisiscono per effetto della “semplice” apertura della successione: prima verranno chiamati appunto “chiamati” all’eredità e diventano invece “eredi” una volta che essi abbiano effettuato l’accettazione dell’eredità. Una situazione diversa la troviamo con il legatario: la suddetta figura si presenta quando il defunto desidera lasciare una determinata cosa al legatario (in questo modo il soggetto si “lega” alla cosa denominata) e soprattutto il legatario si trova in una situazione del tutto favorevole in quanto quest’ultimo mai sarà tenuto a pagare i debiti ereditari con il proprio patrimonio personale.
Torniamo però a parlare di accettazione. Ricordiamo sempre che mediante l’accettazione dell’eredità il chiamato pone in essere unatto giuridico che lo qualifica come erede, subentrando nella titolarità dell’asse ereditario; inoltre l’atto dell’accettazione è irrevocabile e si prescrive nel termine di dieci anni dall’apertura della successione.
Ne esistono diversi tipi:
L’accettazione espressa si ha quando in un atto pubblico o in una scrittura privata il chiamato all’eredità ha dichiarato di accettarla oppure ha assunto il titolo di erede: si sottoscrive quindi la propria volontà di accettare o di assumere il titolo di erede.
Mentre l’accettazione tacita si verifica quando l’erede compie atti che presuppongono necessariamente la sua volontà di accettare l’eredità e che egli avrebbe diritto di fare solo in qualità di erede. In altre parole, è un’accettazione che si deduce dal comportamento dell’erede, senza una dichiarazione esplicita. Si distingue invece l’accettazione con beneficio d’inventario perché siconsente di tenere separati il patrimonio del defunto e quello dell’erede. Ciò significa che l’erede non potrà essere tenuto a pagare i debiti del defunto oltre quanto abbia ricevuto per effetto della successione. Infine troviamo l’accettazione presunta: si tratta, quindi, di un’ipotesi di accettazione dell’eredità che prescinde da qualsiasi manifestazione di volontà, quanto dal compimento di alcun atto da parte del chiamato. Inevitabilmente la legge presume che l’erede abbia accettato l’eredità. Questa presunzione si basa su determinate condizioni o comportamenti che, secondo la legge, implicano l’accettazione dell’eredità.
Con questo articolo speriamo di aver chiarito questo argomento tanto discusso quanto controverso.
Se vuoi dirci la tua o vuoi farci anche una semplice domanda puoi contattarci al nostro ufficio o sulla nostra mail.
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]]>Vediamo cosa succede.
L’inizio del 2024, con l’introduzione della Legge di Bilancio ha segnato diverse novità per quanto riguarda il Superbonus. Una di queste è l’introduzione di una tassazione sulla plusvalenza pari al 26% generata dalla vendita di immobili sui quali è stato eseguito il Superbonus.
Con questa nuova misura, il governo intende impedire che sullo stesso immobile si abbia una “doppia agevolazione”:
In altre parole, la tassa sulla plusvalenza serve a scoraggiare l’esecuzione dei lavori finalizzata alla vendita ad un prezzo maggiorato degli immobili.
Sono previste due eccezioni all’imposta sulla plusvalenza da Superbonus:
gli immobili ereditati per successione o donazione;
gli immobili utilizzati come residenza principale dal venditore o dai suoi familiari per la maggior parte dei 10 anni precedenti la vendita, o per la maggior parte del periodo se inferiore ai dieci anni.
Per gli immobili acquistati o costruiti da oltre cinque anni, il prezzo d’acquisto o il costo di costruzione è rivalutato in base all’indice Istat.
La nuova misura prevista dalla Legge di Bilancio 2024 si applica ai passaggi di proprietà a decorrere dal 1° gennaio 2024. Prevede che chi ha ristrutturato una seconda casa con la maxi agevolazione del Superbonus, se vende entro 10 anni dall’ultimazione dei lavori, deve versare una imposta pari al 26% sulla plusvalenza.
La nuova tassazione, quindi, non si applica alle “prime case” e alle cessioni avvenute anteriormente al 1° gennaio 2024.
Ma c’è di più, la Legge di Bilancio prevede anche che, per i primi 5 anni dall’ultimazione dei lavori, i costi di ristrutturazione non si possono dedurre dalla plusvalenza, mentre a partire dal 6° anno si potranno dedurre nella misura del 50%.
Hai una casa da vendere appena ristrutturata con il Superbonus e vuoi sapere quali spese dovrai affrontare e quali passi fare? Chiamaci allo 0583 402198 o inviaci una mail a info@marcocatelli.it, ti daremo tutte le informazioni necessarie per concludere la vendita della tua casa con la massima tranquillità.
]]>In questo articolo, dedicato ai consigli per chi è intenzionato ad acquistare una casa vacanze, puoi trovare alcune regole fondamentali da prendere in considerazione prima di lanciarti in un’impresa ricca sia di opportunità che di insidie: la gestione patrimoniale di appartamenti destinati ad affitti a breve termine. Vediamo di cosa si tratta.
In questi ultimi anni, il mercato delle locazioni brevi ha registrato un vero e proprio boom, gli affitti turistici si sono rivelati infatti un’ottima forma di investimento per chi ha deciso si mettere a reddito le seconde case.
Se, pertanto, anche tu stai pensando di gettarti a capofitto nell’acquisto una casa vacanze perché hai sentito dire che è il trend del momento o, meglio ancora, vuoi avviare un percorso di investimento immobiliare, ecco alcuni utili consigli.
La prima cosa da valutare sono le potenzialità di affitto offerta dalla zona in cui intendi comprare.
Che sia mare, montagna, colline o centri storici, tutte le mete ambite per le vacanze hanno un’ottima potenzialità di un futuro guadagno. Valuta le zone più richieste dai turisti sia italiani che esteri.
Cerca sempre di “innamorarti” dell’affare più che dell’immobile in sé e per sé, soppesando la sua posizione strategica e la sua comodità.
Sia il prezzo di acquisto che le spese di gestione devono essere considerati per un buon acquisto di una casa vacanze.
Di solito si considera soltanto il prezzo di acquisto, chi si avvicina all’acquisto di una seconda casa o di un immobile da mettere a reddito fissa un budget di spesa. Ma quali sono gli altri costi da tenere in considerazione e che incidono fortemente sul prezzo?
In primo luogo, ci sono le spese condominiali se la casa vacanze si trova in un condominio. Quindi i costi di ordinaria e straordinaria manutenzione. A questo aggiungi anche una serie di costi di riparazione, tendenzialmente più elevati rispetto a quelli di una casa in affitto a lungo termine, proprio per il continuo cambio di inquilini.
Anche il fattore tempo e distanza sono due aspetti essenziali da non sottovalutare, per evitare di ritrovarsi a rivendere l’immobile acquistato dopo solo qualche mese.
Infatti, per gestire una casa vacanza in modo davvero redditizio, occorre investire non solo denaro ma anche tempo: per sponsorizzarla e promuoverla al meglio; per gestire i check-in e i check-out, soddisfare le esigenze dei tuoi ospiti.
Questo significa che o hai modo di trasformare l’investimento immobiliare nella tua attività principale o hai già pensato a chi delegare la gestione patrimoniale della tua casa vacanza. In quest’ultimo caso fai affidamento su un professionista qualificato, in possesso di tutte le competenze necessarie in materia di locazione, gestione degli inquilini, manutenzione degli immobili. Ti consigliamo quindi di individuare il tuo agente di fiducia prima di finalizzare l’acquisto, in modo da avere una previsione la più reale possibile dei costi complessivi di gestione e non effettuare un investimento azzardato.
In altre parole, chi vuole investire nel mattone, deve essere pronto a fare costantemente i conti con la matematica e le regole che cambiano continuamente.
Puoi rivolgerti ai nostri agenti per farti affiancare nella fase di scelta ed acquisto dell’immobile da mettere a reddito e per la successiva gestione.
]]>Iniziamo dalla definizione.
La caparra, nel diritto civile, è una somma di denaro o una quantità d’altre cose fungibili versata a titolo di reciproca e mutuale garanzia contro l’inadempimento nel contratto oppure come corrispettivo per il caso di recesso dal contratto.
Qual’ è la sua funzione? È di prevedere una sorta di “risarcimento immediato” nel caso in cui si presenta un’inadempienza contrattuale e in caso di adempimento deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta.
Quali tipi di caparra esistono?
La caparra confirmatoria assolve diverse funzioni. Anzitutto facilita la risoluzione della lite in caso di inadempimento; in tal caso, infatti, se il contraente che ha ricevuto la caparra si ritiene appagato dal trattenere la somma, eviterà di chiedere il risarcimento dei danni e la risoluzione del contratto, configurandosi come una liquidazione forfetaria e anticipata del danno.
Ha inoltre funzione di prova e di conferma della conclusione del contratto.
Molto importante è la funzione di garanzia che assolve: da una parte costituisce un incentivo per la parte debitrice ad adempiere, che cercherà di evitare di perdere la caparra data.
La caparra si può pagare con i seguenti metodi di pagamento:
Si prediligono per il versamento della caparra tutti i metodi di pagamento tracciabili che possano essere utilizzati come prova del versamento effettuato.
Solitamente la cifra è pari al 10% del prezzo d’acquisto ma non esiste una vera e propria regola scritta. Diciamo che è un accordo fra le parti quindi l’acquirente e il venditore possono pattuire la cifra da richiedere. Ovviamente più è alta la somma di caparra più le parti sono legate da un interesse comune (anche economico) a portare a conclusione la transazione.
Con questo articolo spero di averti chiarito tutte le tue perplessità su questo argomento. Se hai ancora qualche dubbio contattaci al nostro ufficio, cercheremo di rispondere a tutte le tue domande.
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]]>Dal primo gennaio 2024 le aliquote della cedolare secca saliranno a 3.
Per gli affitti degli immobili con contratti di locazione brevi, dal 2024, con le novità introdotte dalla legge di Bilancio n. 213/2023, si aggiunge alle aliquote del 10% e del 21% quella del 26%.
Questa è la principale novità in arrivo per questo nuovo anno mentre le altre regole per la tassazione degli affitti sono destinate a rimanere invariate, almeno per il momento.
Ma facciamo un’po’ di chiarezza su questo nuovo aspetto.
La tassazione del 26 % si applicherà alle locazioni brevi di durata non superiore a 30 giorni ma, stando a quanto indicato dalla Legge di Bilancio, relativamente al primo immobile verrà applicata ancora l’aliquota ordinaria pari al 21% e qualora vengano dati in locazione più immobili si potrà scegliere su quale di questi applicarla. Questo significa, in altre parole, che l’aliquota al 26% viene applicata solo e soltanto per il secondo immobile ed i successivi.
Rimangono invariate le aliquote per gli altri tipi di locazione.
Ricordiamo che:
E’ importante inoltre sapere che la cedolare secca è un imposta sostitutiva dell’IRPEF e può essere applicata solo su unità abitative e le loro pertinenze (solo quelle comprese fra le categorie catastali A1 e A11 ad esclusione dell’A10) . Possono scegliere questo tipo di tassazione solo le persone fisiche, sono escluse quindi tutte le società e anche le persone titolari di partita IVA.
Aderire all’ imposta sostitutiva comporta anche degli sgravi fiscali per quanto riguarda le addizioni comunali e regionali. Anche per l’imposta di bollo e di registro è esclusa dal pagamento.
Se invece non si rientra in questi parametri, siamo quindi società o titolari di partita IVA, oppure abbiamo più di 4 immobili destinati alla locazione breve per ciascun periodo di imposta, dobbiamo aderire alla tassazione ordinaria. In questo regime si prevede che il 95% del canone annuo per i contratti a libero mercato (66,50% del canone nel caso di canoni concordati nei comuni ad alta tensione abitativa), si sommi agli altri redditi percepiti durante l’anno, e venga tassato secondo lo scaglione di riferimento.
Certi che le informazioni che ti abbiamo dato in questo articolo potranno esserti utili ti invitiamo a contattarci per ulteriori chiarimenti o consigli su come e quando applicare questo tipo di tassazione.
Puoi chiamarci allo 0583997201 o inviarci una mail a info@marcocatelli.it , ti risponderemo nel più breve tempo possibile!
]]>Partiamo dalla definizione.
Il nostro Codice Civile dedica un vero e proprio articolo alla permuta: Si tratta dell’articolo 1552, che dice:
..“La permuta è il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all’altro”..
Solitamente la compravendita di un immobile ha una natura economica, elemento fondamentale per definirsi tale. Per quanto riguarda la permuta, invece, si ha un vero e proprio “ baratto “ fra due immobili quindi non si prevede il pagamento di un prezzo in denaro, ma semplicemente lo scambio delle case tra due proprietari (permuta pura) .
Nella realtà però è molto difficile che i due beni che vengono scambiati abbiano lo stesso valore. Quindi ai fini di uno scambio equo è necessario che il proprietario della proprietà di minor valore compensi la differenza di prezzo, versando un conguaglio (permuta con conguaglio) .
Mettiamo, allora, in chiaro le diverse tipologie di permuta:
Quali sono i vantaggi di scegliere la permuta immobiliare?
La permuta ti permette di risparmiare sulle spese notarili perché, a differenza della compravendita classica dove si ha la stipula di due atti distinti, uno per vendere la tua casa e uno per acquistare quella nuova, qui l’atto da stipulare è uno solo, poiché di fatto si scambia un appartamento con un altro. In genere le spese sono divise a metà tra le parti, che hanno tutto l’interesse a ridurre questo tipo di costi.
Le imposte da pagare quindi saranno:
Imposta di registro al 2% (se è prima casa) o al 9 % (se è seconda casa)
Imposta catastale e ipotecaria sono pari a euro 50,00 l’una
Da specificare che l’imposta di bollo, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie sono nulli se la permuta avviene tra privati.
]]>Tra le varie possibilità che il mercato immobiliare offre c’è anche quella dell’acquisto della “nuda proprietà”, molti ci domandano di che cosa si tratti, che conseguenze abbia e se sia veramente conveniente.
La vendita della nuda proprietà è una soluzione che, specialmente nei periodi di incertezza economica, si ritaglia un discreto spazio all’interno del mercato immobiliare ed è una tipologia di vendita che può portare diversi vantaggi sia per chi vende che per chi compra.
Intanto iniziamo a capire qual è il significato di questo termine.
Bisogna, in primo luogo, fare una distinzione fra nudo proprietario e usufruttuario:
Il nudo proprietario è colui che cede il proprio diritto di godimento (ovvero il diritto di godere e di disporre) del bene a un altro soggetto. Esso sarà il vero proprietario dell’immobile ma non potrà sfruttarlo. In sostanza il nudo proprietario viene “spogliato” in parte del suo diritto di proprietà.
L’usufruttuario, invece, è colui che cede al nudo proprietario il suo diritto di godimento ma non il diritto di proprietà. Chi vende può continuare a vivere nella casa per tutta la vita e l’acquirente può prenderne possesso solo dopo il decesso del venditore.
Facciamo un esempio: se decidiamo di acquistare la nuda proprietà di una casa noi diventeremo i veri e propri “padroni” di casa ma non potremo utilizzarla da subito. Chi invece vende è l’usufruttuario il quale può continuare a vivere in casa fino alla data stabilita nel contratto di compravendita o alla fine della vita dell’usufruttuario (se è una persona fisica e non viene specificato nel contratto termina con la sua vita invece se è una persona giuridica ha termine dopo i trenta anni). Inoltre, l’usufruttuario ha la possibilità di affittare l’immobile o vendere il diritto di usufrutto, se il contratto lo consente ma in ogni caso, il diritto, anche se ceduto, non può eccedere la vita dell’usufruttuario originario. Dopo il termine stabilito, il nudo proprietario può usufruire pienamente dell’immobile, ad esempio decidendo di viverci o affittarlo a terzi.
Andiamo adesso a vedere quali sono i vantaggi dell’acquirente ( l’ipotetico nudo proprietario) e quelli del venditore ( l’usufruttuario) :
Ma come si fa a calcolare la nuda proprietà di un immobile?
La valutazione avviene tramite dei parametri stabiliti dal Ministero delle Finanze. In linea generale possiamo dire però che la nuda proprietà è più costosa quando gli usufruttuari sono anziani in quanto ci aspettiamo che la loro aspettativa di vita sia più breve rispetto a usufruttuari più giovani e quindi la nostra attesa di poter disporre e godere del bene sarà più breve.
Per calcolare il valore della nuda proprietà è necessario tenere in conto diversi indicatori. Gli indicatori sono:
In base all’età dell’usufruttuario il valore della proprietà sarà diviso in percentuale tra usufrutto e nuda proprietà.
L’acquirente della nuda proprietà di un immobile sosterrà un costo di acquisto pari al valore di mercato dell’immobile scontato dell’usufrutto. L’acquirente non potrà godere del bene fino al momento in cui sarà presente il diritto di usufrutto.
Come si calcola l’usufrutto in base all’età?
La norma di riferimento per calcolare l’età dell’usufruttuario è la D.M. 12 dicembre 2019 – in G.U. n. 293 del 14.12.2019 – in vigore dal 1° gennaio 2020
In base all’età dell’usufruttuario riportiamo alcune percentuali di ripartizione:
da 0-20 anni 95% usufrutto e 5% nuda proprietà;
da 51-53 anni 70% usufrutto e 30% nuda proprietà;
da 64-66 anni 50% usufrutto e 50% nuda proprietà;
da 83-86 anni 20% usufrutto e 80% nuda proprietà;
da 93-99 anni 10% usufrutto e 90% nuda proprietà;
oltre i 100 anni non è previsto.
Adesso che abbiamo chiarito tutti concetti, siete a conoscenza di tutti i pro e i contro della nuda proprietà. Se pensavate di valutare un acquisto di questo genere non esitate a contattarci anche per qualsiasi delucidazione
Ci trovate in Via Pesciatina 1209 o contattateci al 0583/997201
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]]>Alla luce di questa analisi pare evidente quanto sia diventato fondamentale predisporre la casa nel miglior modo possibile sia prima del servizio fotografico che in previsione di una visita con dei potenziali interessati. Alcune volte basta veramente poco per far apparire il nostro immobile più accogliente del solito. Ad esempio preoccupiamoci sempre di illuminare bene gli ambienti interni anche con lampade accese che riscaldano il nostro ambiente casalingo, come anche porre una buona attenzione allo stato di pulizia ed ordine delle varie stanze che compongono l’unità stessa. Se vogliamo entrare nei dettagli è consigliabile togliere anche tutti gli oggetti strettamente personali, ad esempio le foto di famiglia, i giochi dei bambini ed anche oggetti troppo vecchi e troppo rovinati. E’ usuale anche predisporre una tavola da pranzo imbandita con piatti, candele e fiori per far catturare l’attenzione e per far immaginare già al possibile acquirente una bella cena con i suoi amici e familiari. Inoltre la casa deve risultare il più neutra possibile (decluttering) perciò è necessaria una “spersonalizzazione” dell’immobile, una vera e propria attitudine all’essenzialità; in questo modo ci si può immedesimare al meglio in casa e pensare: Si ! in questa casa ci verrei a vivere !
Un metodo molto diffuso per rendere più accattivante agli occhi dei possibili acquirenti un immobile è l’home staging: uno strumento di marketing nato negli Stati Uniti ma sbarcato ormai anche in Europa e in Italia che si occupa proprio di allestire l’arredamento interno della casa per la vendita.
Questa tecnica viene usata molto spesso per casa disabitate e vuote: un addetto ai lavori si occuperà di noleggiare dei mobili da inserire in casa in modo da far diventare un ambiente vuoto e indefinito in qualcosa di più allettante. L’Home Stager vede subito quali sono i punti cruciali e spesso i rimedi sono semplici e poco costosi. Cambiare il posizionamento dei mobili, togliere oggetti superflui, riorganizzare gli ambienti in modo ordinato, aggiungere un tappeto colorato, una tenda o un grande specchio possono rendere un’abitazione più gradevole.
Fu proprio Barb Scwarz che dette origine allo strumento così potente dell’home staging infatti proprio lei sostiene: “Il valore dell’home staging supera il valore del primo ribasso “
Vantaggi dell’home staging?
Il vantaggio più importante rimane però quello di vendere il proprio immobile in tempi più rapidi. Delle belle immagini catturano più facilmente lo sguardo del futuro acquirente quando quest’ultimo passa in rassegna la grande quantità di foto in rete. I compratori saranno motivati a vedere la tua casa di persona e quindi a concludere la compravendita in tempi brevi.
Se hai bisogno di chiarimenti in merito al mondo dell’home staging o anche semplicemente avere spiegazioni maggiori su come vendere più velocemente la tua casa contattaci quando vuoi.
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